Il 21 giugno, presso un luogo simbolo dello sport italiano, il Circolo del Tennis del Foro Italico, si è svolto l’evento “Donne, sport e inclusione”, organizzato dall’Associazione Donne del Gruppo CDP.

L’incontro ha posto l’attenzione sul ruolo fondamentale che lo sport può giocare nel promuovere e accelerare percorsi di inclusione e ha offerto un’opportunità di conoscere da vicino le storie personali delle ospiti d’eccezione della serata: Flavia Pennetta, ex tennista e vincitrice degli US Open nel 2015, Giulia Terzi, campionessa di nuoto paralimpico, Novella Calligaris, ex campionessa di nuoto, e Mariangela Alvino, collega e Capitano della Nazionale di Lacrosse Italia.

Ciascuna di queste straordinarie donne e atlete ha condiviso la propria passione per lo sport, evidenziando la tenacia e la determinazione che le hanno contraddistinte e portate all’eccellenza. Hanno sottolineato come soprattutto nei momenti difficili sia stato fondamentale il sostegno di coloro che avevano accanto: lo sport, infatti, anche quando considerato un’impresa individuale, richiede il supporto di un’ampia rete fatta di tecnici, esperti, personale medico e immancabilmente della famiglia.

È stato messo in luce il progresso già compiuto per promuovere l’inclusione nel mondo dello sport, ma anche evidenziato che molto resta ancora da fare. Occasioni come questa sono di fondamentale importanza per evidenziare gli aspetti più urgenti, come l’accessibilità completa delle strutture sportive e la parità di genere a livello dirigenziale.

Dopo gli interventi delle atlete, si è tenuto un aperitivo di networking che ha concluso i lavori in un’atmosfera informale. Questo momento ha permesso ai partecipanti di incontrare personalmente le atlete, scambiare opinioni e stringere nuove connessioni.

Per le associate e gli associati è stata un’opportunità per riflettere su come anche un singolo contributo – piccolo o grande che sia – possa rappresentare un passo avanti significativo verso la realizzazione di un futuro in cui il talento e la passione non siano più limitati dal genere o dalla condizione, ma siano riconosciuti e celebrati per ciò che sono veramente.